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Fare insieme, essere in-relazione...

Terapia della Gestalt

 

"L’uomo è relazione: non un Io, ma un Io-Tu. 
Di qui l’invito: sii quel che sei per avvicinarti a chi non sei. "
(Martin Buber)

 

 

La psicoterapia della Gestalt Therapy è un metodo psicoterapico post-analitico che integra in una sintesi unica i modelli corporei, esperienziali, del profondo, di gruppo e familiari. E' nata negli Stati Uniti negli anni ’50, grazie alle intuizioni dello psicoanalista tedesco Frederick Perls, della moglie Laura Posner e di un gruppo di intellettuali statunitensi, tra cui Paul Goodman e Isadore From.

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La semplicità di questo approccio sta nella possibilità di prestare attenzione all'ovvio, alla superficie esterna, a quello che si manifesta, alla "profondità della superficie".

Ogni esperienza non può che avvenire al confine di contatto tra l'uomo e il suo ambiente. Ed è proprio ciò che avviene in questo confine interesse dell'intervento terapeutico.

 

La Gestalt Therapy non focalizza la sua attenzione sulla rimozione del sintomo ma nemmeno si limita a parlare del disagio; utilizza attivamente la relazione terapeutica, ciò che cura non è la comprensione cognitiva e razionale, bensì il sentirsi riconosciuti nello slancio di contattare l’altro significativo.

Lavorare gestalticamente significa riconoscere nella relazione i valori estetici, la creatività individuale e la bellezza. L’arte della psicoterapia della Gestalt Therapy include l’improvvisazione, la creatività, la poesia, come parola essenziale che nasce dal corpo.

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Lo scopo della cura, quindi di un percorso di sostegno terapeutico è che il paziente ripristini la spontaneità nell'entrare in contatto con l’ambiente.

La cura consiste nell'aiutare il paziente a vivere pienamente riattivando la spontaneità, spontaneità come possibilità di integrare la capacità di scegliere deliberatamente sulla base di due tipi di sfondi esperienziali: le sicurezze corporee acquisite durante la storia di vita e le definizioni sociali – o relazionali.

 

La terapia della Gestalt è applicabile non solo al setting psicoterapeutico individuale, ma anche a quello di coppia, a quello familiare o di gruppo. Ma ancora di più la terapia della Gestalt è coerente e quindi applicabile nei contesti sociali ed educativi. 

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(Spagnuolo Lobb 2015, Cavaleri 2007)

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Psicodiagnostica integrata

Assessment terapeutico-collaborativo

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​«La mappa non è il territorio»

(A. Korzybski)

 

La somministrazione di test consente di proporre al paziente stimoli standardizzati, in uno specifico contesto, ottenendo delle indicazioni diagnostiche attendibili.

 

L’assessment terapeutico collaborativo va oltre la semplice raccolta di informazioni, la valutazione psicologica diventa un’esperienza positiva e di cambiamento. È un vero e proprio intervento di sostegno e non una mera diagnosi.

 

Il principale obiettivo della psicodiagnosi collaborativa è, una volta concluso il percorso, che il paziente senta di aver vissuto un’esperienza nuova, e di aver ottenuto informazioni su sé stesso che gli permettano di cambiare, almeno in parte, il modo di considerare sé stesso. Di poter sperimentare uno sguardo gentile, capace di osservare sé stesso in modo accogliente e non giudicante. ​

 

La mia attenzione è quindi sull'esperienza soggettiva vissuta dal paziente e sulla dinamica intersoggettiva che va a dispiegarsi nella relazione. È attraverso una relazione empatica e di supporto che lo psicologo può comprendere il funzionamento della personalità del paziente e allo stesso momento aiutarlo a rispondere alle proprie curiosità e domande su di sé, restituendogli un’immagine che sia rispondente alla realtà e quindi libera dal peso della vergogna e della colpa.

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Perché intraprendere un percorso di psicodiagnosi?

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  • per fare una nuova esperienza di sé

  • per avere uno sguardo diverso 

  • per pianificare un trattamento psicoterapeutico o psichiatrico

  • per pianificare un progetto riabilitativo o educativo

  • per accertare stati di invalidità/inabilità

  • per inquadrare il presente nella cornice trigenerazionale

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(Stephen E. Finn, 2009)

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Ciò che chiamiamo psicoterapia non è altro in fondo se non una pratica intesa a far sì che l’ammalato giunga a ‘vedere’ la struttura complessiva dell’esistenza umana, il suo -essere al mondo- e a capire il punto in cui egli si è smarrito.

 

Ludwig Binswanger

Psichiatra - Filosofo

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